martedì, giugno 27, 2006

CAMPIONE!!!!!

Beh, visto che la nazionale va come va (non entusiasmiamo ma va beh, dai, abbiamo passato il turno), a livello politico è andata come è andata (fa troppo caldo per avere neuroni in forma per ragionarci su...)...almeno una consolazione c'è...e che consolazione visto che quando domenica mi sono accorto che c'era il campionato italiano di biciletta e il mitttttiiiccccooo Paolo Bettini stava scattando alla grande mi sono entusiasmato (di "brutto brutto brutto", eh!) fino alla gioia finale per la vittoria del Grillo!!!

CAMPIONE D'ITALIA, CAMPIONE D'ITALIA, CAMPIONE D'ITALIA, CAMPIONE D'ITALIA!!!!!

(visto che per l'Inter non posso dirlo... almeno juventini e milanisti ai tempi (ai tempi...!!) hanno vinto, poi va beh, adesso sono in giro con le orecchie basse e non parlano di calcio...ma almeno hanno gioito qualche volta nella loro vita...io è dall'88/89 che... :( ... avevo si e no 10 anni :( ...)


lunedì, giugno 19, 2006

Se il potere mortifica la coscienza

Sono bastate poche settimane di governo dell'Unione per fare l'esperienza di quello che l'illustre giurista Piero Pajardi, in un suo attualissimo libro, definiva la lussuria del potere.Ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori: affermazioni di ministri che si sarebbero attuate ricerche e sperimentazioni sulle cellule staminali degli embrioni, che la famigerata «pillola del giorno dopo» sarebbe stata, a breve, mutualizzata, che si sarebbero creati luoghi per aiutare i drogati «a drogarsi». .. e tutto questo con grandi inni alla libertà e alla democrazia che vivono in maniera totale solo a Cuba e con inquietanti ricordi di un passato non propriamente esemplare di uomini ormai ai vertici delle istituzioni.Su alcune cose il popolo sovrano si è espresso in modo inconfutabile: con una maggioranza schiacciante il fallimento del referendum sulla fecondazione assistita ha chiuso, anche, ogni sperimentazione embrionale. Ma all'onorevole ministro dell'Università e della ricerca Fabio Mussi sembra che questo non faccia nessun problema. Altre questioni sono in assoluta rottura con quei valori che il popolo italiano sente singolarmente vicini alla propria mens e che il Papa Benedetto XVI ha definito «non negoziabili»: la vita, la persona, la famiglia, l'educazione.Ma le convinzioni del popolo dal potere catto-comunista non vengono prese in considerazione. Siamo di fronte ad una arroganza da «cafoni».Le istituzioni hanno valore se sono «benedette», cioè di sinistra: in caso contrario sono da superare, quando non da abbattere, per affermare la propria «egemonia» (sta tornando di moda questa orrenda parola). L'arroganza accompagna inevitabilmente un potere ideologico, sostanzialmente ancora totalitario. Ma chi dice ancora che lo stalinismo è morto?Nelle file dell'Unione militano anche dei cattolici, dichiarati e «famosi». Molti si aspettavano che questi cattolici, di fronte alle iniziative politiche o affermazioni tese a negare verità sostanziali della verità cattolica, avrebbero assunto una posizione critica e forse anche dato vita, insieme ad altri cattolici, ad iniziative anche politiche che impedissero la sconfitta della Chiesa, e quindi della civiltà.Niente da fare. Come «l'ordine regnava a Varsavia», così l'ordine regna a Roma.Ancora una volta la ragione di potere sconfigge la coscienza cristiana e la libertà personale. Anzi, uno di questi famosi uomini politici cattolici, approdato «finalmente» al Pds, dopo essere stato presidente diocesano di una grande associazione cattolica, capo ufficio stampa di una prestigiosa università, fondatore dell'Associazione cattolica Città per l'uomo ha detto esplicitamente che salvare l'unità dell'Unione (bellissimo scherzetto semantico) era un valore che superava tutti gli altri.Anche la fede, anche l'unità dei cristiani nel Battesimo, anche l'obbedienza al Papa? Pare proprio di sì. Stiamo assistendo allo spettacolo miserevole della fine ingloriosa del cattolicesimo sociale, che è stato un evento epocale per il nostro Paese e per la sua democrazia.Don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi e quella immensa schiera di cristiani che hanno, in politica, difeso la Chiesa e promosso la democrazia hanno di che rivoltarsi nelle loro tombe.

di Mons. Luigi Negri (Vescovo (Varesotto) di San Marino–Montefeltro) - Il Giornale - 18/06/2006

venerdì, giugno 16, 2006

Vietato guidare 2

Sono giunte delle proteste per l'Appunto di ieri che giudicava assurdi i limiti di velocità italiani, e che notava, a margine, che in Germania si può andare a 250 all'ora e però gli incidenti mortali sono inferiori ai nostri, mentre in Grecia i limiti sono più bassi ma gli incidenti in compenso sono il quadruplo. Molte proteste, devo ammettere, erano puntuali e sensate. Mi ha tuttavia colpito chi ha fatto notare, per esempio, che «In Germania c'è un'altra cultura delle regole, non è un caso che i paesi con più incidenti come Spagna e Portogallo hanno una mentalità assai simile alla nostra», oppure chi ha scritto che «il tedesco non è l'italiano, è in grado di determinare quando può e quando non può». Ora: scartando però l'idea che i tedeschi nascano col rispetto delle regole congenito alla razza (ipotesi archiviata dalla Storia) mi sorge il sospetto che tra le ragioni di certa loro civiltà possa anche esserci un loro condividere le regole che devono rispettare. Quel che è certo è che in Italia non funziona così: da noi si vieta cento per ottenere trenta, sicché, soprattutto in città, abbiamo limiti di velocità che torno a giudicare assurdi ma che un tempo la polizia stradale tendeva a giudicare con elasticità, c'era un margine di buon senso che in un autovelox è un po' più difficile ritrovare. Mi chiedo se i guidatori italiani non meritino più fiducia e un trattamento un po' meno da bambocci.
Filippo Facci - Il Giornale 16/06/2006

Vietato Guidare 1

Il signor Daniele Raineri, rubrichista del Foglio, ha sostenuto che tutte le fabbriche di automobili dovrebbero costruire macchine che non possano superare i 130 all'ora: e io penso che sia una follia. Non solo. Penso che la patente a punti abbia peggiorato la viabilità autostradale, penso che quei piccoli Comuni che lucrano piazzando autovelox dove ci sono limiti demenziali siano dei grassatori, penso che in città certi limiti dovrebbero essere clamorosamente aumentati, penso che alcune autostrade non meriterebbero un limite superiore a 100 mentre altre non meno di 180, ma non solo. Ho letto un po' di dati e ho visto che un incidente su tre è dovuto alle condizioni delle strade, non alla velocità, e ho letto poi che in Germania ci sono molte tratte dove non esiste in assoluto alcun limite (le auto hanno un autolimitatore a 250) e tuttavia il tasso di morte stradale tedesco è inferiore al nostro che rimane tra i peggiori d'Europa: ma siamo meglio di Spagna e Portogallo, che tuttavia hanno il triplo dei nostri morti ma limiti di velocità più bassi. La proporzionalità tra limiti e mortalità, ergo, non solo è discutibile, ma spinge a dire che se abolissero in toto le automobili, probabilmente, avremmo ancora meno morti. Potrebbe proporlo, egregio Raineri.
Filippo Facci - Il Giornale 15/06/2006