Andy vs Fidel >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
mondo del cinema dove anche i cuori sono effimeri. Poi sedici annifa, Garcia aveva deciso di trasformare la sua nostalgia per la vecchia Cuba in un film su Castro e la sua rivoluzione. Voleva farne uno specchio fedele di quella che era stata la sua Avana e non la somma degli stereotipi politicamente corretti frequentati dalla Hollywood filocastrista e filoguevarista. The Lost City è arrivato nelle sale americane dopo un cammino difficile: i festival del cinema si sono rifiutati di programmarlo e al cuni Paesi sudamericani l’hanno già bandito. Scritto da un altro cubano, Guillermo Cabrera, narra la storia di Fico, proprietario di un night club di successo dell’Avana e spettatore della rivoluzione di Castro. Intorno a lui c’è quel mondo della classe media che aveva sostenuto l’ascesa di Fidel nella rivolta contro Batista fino a formare il suo primo gabinetto composto da sette avvocati, due professori universitari, tre studenti, un medico, un ingeniere, un architetto, un ex sindaco e un colonnello. «Nel suo film sulla rivoluzione cubana, Garcia non ci mostra quasi mai i lavoratori per cui quella rivoluzione era stata combattuta», scrive Peter Reiner sul Christian Science Monitor: «TheLost City manca completamente di complessità storica». «Garcia si sofferma solo sulla perdita dei benefici di una piccola minoranza di ricchi», gli fa eco Michael Atkinson sul Village Voice: «i poveri non si vedono mai». Si accanisce ancor di più Rex Reed sul New York Observer: «The Lost City non si sofferma mai sui poveri lavoratori la cui disperazione aveva incendiato la rivoluzione». Si diverte anche il critico del New York Times, che prende in giro la pellicola di Garcia: «Come si vede, la vita cubana prima di Fidel Castro era proprio tutta rose e fiori». Gli ha risposto, ferocemente, Human Events un sito conservatore su cui scrive un cubano di come Humberto Fontova, uno dei pochi che si è lanciato a difendere Garcia: «Hollywood, basta con l’ignoranza. Andate a leggere il rapporto redatto dall’Unesco nel 1957 dal quale si capisce che Cuba era composta per la maggior parte dalla classe media, con uno stipendio medio giornaliero più alto di quello del Belgio, della Danimarca, di Francia e Germania».
Silvia Kramar - Il Giornale - 09/05/06 >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
0 >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Comments:
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Posta un commento >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><< Home