mercoledì, maggio 10, 2006

Forcaioli

Non siamo noi che insistiamo, sono loro che fanno schifo. Sono loro, una volta incassato l'inutile passaggio carcerario di Cesare Previti, che adesso si dolgono perché ci sono dei politici e degli amici che si permettono di andarlo a trovare, e perché ci sono alcuni esponenti del centrosinistra che addirittura sottolineano che i domiciliari sono un diritto. Ma sono fatti così, e basta saperlo. Dunque sappiatelo, amici di Marco Travaglio o di altri lavoranti dell'Unità: se avrete problemi, verrete schifati e abbandonati al vostro destino. «Un premier in carica ­ parole del pregiudicato Travaglio ­ scrive a un galeotto dandogli appuntamento ai domiciliari». Scandalo. E giù ancora col racconto della madre di un condannato a 5 anni che ha trascorso tutta la pena in carcere (l'Unità l'aveva già citata l'altro ieri) con l'omissione che il ragazzo è stato condannato per rapina, e che i domiciliari, se avesse avuto 70 anni, li avrebbe ottenuti anche lui. Macché: è una legge ad personam. Per aiutare il solo Previti hanno impedito che anche migliaia di vecchi potessero finire i loro giorni in galera, è chiaro. «Gli amici non si lasciano mai soli, specie se sono stretti» ironizzava sull'Unità un vice Travaglio: ed è proprio così. È vero. Gli amici non si lasciano mai soli, specie se sono stretti. Confermiamo tutto. Qualcosa da obiettare?
Filippo Facci - Il Giornale - 10/05/06